fake intro

Cattura
Noti quanto sono a mio agio in veste di principessa? Era il 2003 e niente pare essere cambiato se non peso e altezza. Senza alcuna pretesa ma sotto la spinta di parecchie menti colpite da ciò che digitano le mie dita decido di rendervi partecipi di pezzi di visioni e angoli da cui pochi riescono a trarre, quel tanto che vedo io. Vorrei mettervi nello sterno quella sensazione che non so descrivere meglio che con un ”allora non l’avevo notato solo io, allora ci avevi fatto caso anche tu?’’. Additata come senza vestiti quando esprimo la mia materia grigia in testi del genere, spero possiate leggermi o magari leggervi. Solo un portale di idee, niente di più, raggruppamento di ciò che so (de)scrivere solo scrivendo.

Tra 4 mesi compio 20 anni, almost la fine di un’era si pensa, smetti di essere ’teen’ o come piace definire i gggiovani che ommioddio bevono troppo e fumano e scappano e ascoltano brutta musica e che ne sanno e io alla tua età e non ci sono più i giovani di una volta e ste robe. Non si tirano somme, anche se cifra tonda fa sempre pensare. Ricordo a 10 anni il regalo che mi avevano fatto i miei: il mio primo mp3. Davvero, funziona ancora e dura due settimane senza caricarlo. Una barretta bianca targata Samsung con porta USB e troppi pochi giga per la voglia che avevo di gasarmi nel tragitto casa-scuola. Ricordo di essermi fomentata per il mio ‘primo decennio’ vissuto. Ero in quinta elementare. E adesso in quinta superiore. E adesso raggiungo quota due. Parlando appunto di somme, le si tira davvero più in la, tipo neanche a 30. Verso i 40-50-60, lì sì che inizi a guardarti indietro stilando liste. Adoro pensare che rileggerò queste righe e mi vergognerò dell’ingenuità che lascio trasparire. Capirai.. enigmatica non sono mai stata. Se un regalo, un pensiero, un film, un progetto, un orario, un libro, una persona non mi piace, non sarà difficile riuscire a capirlo. Sono quella che aspetta e non quella che si fa aspettare. Sono quella che ti scrive chiusa la porta. Sono quella che fuma negli stessi posti. Sono quella che nota come entra la luce nei locali e come passa tra le nuvole, tra le ore e tra le anime. Sono quella che fa il primo passo, cade ma mica si rialza, s’addormenta al massimo. Sono quella senza mezze misure, e se l’eyeliner non mi viene spacco lo specchio (tratto da una triste storia vera). Sono quella in imbarazzo all’incrocio che guarda il cello fingendosi impaziente aspettandoti, figurati se non mi riconosci. Ma non voglio improntare tutti i miei scritti su di me e su cosa stracazzo mi piace o meno. Anche se il nome in grande che vedi scritto lì in alto potrebbe fuorviarti.. Decido solamente di non creare una cartella Drive o file condivisi con le mail di chi mi illumina con “dai no vabe mandamelo che figata”.

Non ho altro da aggiungere, e forse come presentazione già sto esagerando.

Riverenze da tutte le Mylle presenti dentro ad un corpo solo.